
I nodi dell’accordo su finanza per lo sviluppo
30 Aprile 2025
Un anno per agire sulla giustizia del debito
22 Maggio 2025Stanno procedendo i negoziati dei Paesi in vista della prossima Conferenza ONU su finanza per lo sviluppo (I nodi dell’accordo su finanza per lo sviluppo – CAMBIARE la ROTTA). Presentiamo qui, nel quadro dell’impegno per la Campagna Cambiare la Rotta, le richieste che il Meccanismo della società civile internazionale ha presentato dopo la prima intersessione dei negoziati, in particolare sulla questione del debito (Advancing Systemic Change – CSFFD).
Il Meccanismo della società civile internazionale (Advancing Systemic Change – CSFFD) è la rete che rappresenta moltissime organizzazioni della società civile impegnate per i diritti umani e il Creato, con competenza sui temi della finanza.
Questa è la dichiarazione.
Molti Paesi sono in grave crisi debitoria, con i pagamenti del debito estero al livello più alto degli ultimi trent’anni. Questa crisi è aggravata da uno status quo guidato dal G20, dal FMI e dalla Banca Mondiale che afferma che i Paesi non hanno bisogno di cancellare il debito, permette ai creditori privati di trascinare per anni i negoziati per la riduzione del debito, e lascia i Paesi fortemente indebitati anche dopo che la riduzione del debito è stata finalmente concordata. Lo status quo permette che i contratti di debito rimangano segreti, blocca le regole su prestiti e mutui responsabili, garantendo così il ripetersi di crisi del debito.
È urgente e vitale che la 4a Conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento dello sviluppo intraprenda un’azione coraggiosa per consentire ai Paesi di creare una nuova architettura finanziaria che risolva le attuali crisi del debito in modo equo, rapido e significativo e che prevenga le crisi future attraverso regole di trasparenza e di assunzione responsabile di prestiti e mutui.
Sosteniamo con forza gli sforzi dei governi del Sud globale che cercano di ottenere questi risultati positivi alla Conferenza di Siviglia, in particolare gli interventi che cercano di mantenere le seguenti proposte:
- Paragrafo 43 e: sull’istituzione di un “processo intergovernativo presso le Nazioni Unite con l’obiettivo di colmare le lacune nell’architettura del debito e di esplorare le opzioni per affrontare la sostenibilità del debito, tra cui, ma non solo, un meccanismo multilaterale di recupero del debito sovrano e un’autorità globale per il debito”
- Paragrafo 43 e) alt2: “Con l’obiettivo di colmare le lacune nell’architettura del debito, avvieremo un processo intergovernativo presso le Nazioni Unite, nell’ambito dell’Assemblea Generale nella sua 80a sessione, per istituire una convenzione internazionale, che includa, tra l’altro, un meccanismo multilaterale per il debito sovrano”. Accogliamo con particolare favore la proposta di istituire una convenzione internazionale.
Suggeriamo che gli Stati membri fondano i punti 43 e) alt2 e 43 e) per procedere a una riforma globale dell’architettura del debito attraverso una Convenzione delle Nazioni Unite sul debito sovrano che dovrebbe istituire:
- Un meccanismo multilaterale equo e trasparente di risoluzione del debito sovrano, al fine di ottenere ristrutturazioni e cancellazioni del debito più rapide, più eque e più ordinate per i paesi mutuatari. Principi vincolanti per la concessione e l’assunzione di prestiti sovrani responsabili e la promozione di una legislazione, sia nei Paesi prestatori che in quelli mutuatari, che preveda una governance e una gestione trasparente ed equa dei debiti sovrani.
- Un nuovo approccio al quadro e alle analisi di sostenibilità del debito (DSA), che garantisca l’allineamento della valutazione con le esigenze dei diritti umani, del clima e dello sviluppo sostenibile, includendo valutazioni ex-post ed ex-ante di genere, dei diritti umani e dell’impatto ambientale e audit per identificare i debiti illegittimi, illegali e odiosi.
- Un meccanismo automatico di cancellazione del servizio del debito che protegga i Paesi del Sud globale da shock climatici, ambientali, economici, sanitari, alimentari e di sicurezza estremi. Le principali giurisdizioni devono approvare leggi nazionali che limitino i creditori insolventi e facilitino un’efficace ristrutturazione del debito.
- Rafforzare le misure per frenare i prestiti e i mutui corrotti, anche attraverso il pieno utilizzo della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione.
- Un registro del debito globale unico e vincolante, indipendente dai creditori, per promuovere la trasparenza.
Siamo estremamente preoccupati dai governi che sembrano intenzionati a bloccare qualsiasi riforma significativa dell’architettura del debito, proteggendo lo status quo della troika di FMI, Banca Mondiale e G20, in cui i governi creditori detengono il potere decisionale. Se riusciranno nel loro intento, condanneranno milioni di persone a decenni di austerità, stagnazione e violazioni dei diritti umani e ambientali causati da un debito insostenibile, come è accaduto negli anni ’80 e ’90. Lo status quo del debito, che ha portato a ripetute crisi del debito negli ultimi anni, è costruito sull’eredità del colonialismo e dell’imperialismo del Nord globale nel Sud globale.
In questo senso sosteniamo con forza la seguente proposta contenuta nel paragrafo 10 della sezione del Quadro di finanziamento globale: “Riconosciamo che è un imperativo per i Paesi sviluppati che si sono arricchiti attraverso l’azione coloniale, pagare il debito finanziario coloniale ai Paesi che hanno sofferto gli impatti del colonialismo, attraverso il quale deve essere creato uno schema internazionale che permetta ai Paesi di rivendicare e monitorare il giusto pagamento”.
Il Nord globale ha un debito insondabile nei confronti del Sud globale. Sostenendo le proposte del Sud globale per far funzionare il sistema del debito in modo più equo e sostenibile, i governi del Nord globale possono fare qualche passo avanti verso la riparazione di questi torti agli occhi delle popolazioni colpite e di chiunque sia interessato alla giustizia, alla responsabilità e alla sostenibilità in tutto il mondo. Invitiamo tutti gli Stati membri a manifestare il loro sostegno a queste proposte chiave nelle prossime intersessioni e a garantire un risultato forte sul debito.