“Dopo una globalizzazione mal gestita, dopo la pandemia e le guerre, ci troviamo di fronte a una crisi del debito che colpisce soprattutto i Paesi del sud del mondo, generando miseria e angoscia, e privando milioni di persone della possibilità di un futuro dignitoso. Di conseguenza, nessun governo può esigere moralmente dal suo popolo che subisca privazioni incompatibili con la dignità umana …” Questo il messaggio di Papa Francesco del 5 giugno 2024, che ricorda come già San Giovanni Paolo II nell’Udienza generale del 3 novembre 1999 lanciò un appello su “come il Giubileo può costituire un’occasione propizia per gesti di buona volontà […], [per] condonare i debiti o almeno ridurli […] in funzione del bene comune».
E continua: “questa era una tradizione del popolo ebreo, nell’anno giubilare si condonavano i debiti. Vorrei farmi eco di questo appello profetico, oggi più urgente che mai, tenendo presente che il debito ecologico e il debito estero sono due facce di una stessa medaglia che ipoteca il futuro.
Per questo, cari amici, l’Anno Santo del 2025 verso cui ci stiamo incamminando ci chiama ad aprire la mente e il cuore per essere capaci di sciogliere i nodi di quei cappi che strangolano il presente, senza dimenticare che siamo solo custodi e amministratori, e non padroni”.
Invitiamo perciò tutte le organizzazioni ecumeniche a partecipare alla campagna per il Giubileo 2025 “cambiare rotta: clima e debito”. Una campagna che intende sensibilizzare e mobilitare tutte le persone di buona volontà nell’impegnarsi con giustizia e solidarietà per il condono del debito trasformando un sistema finanziario iniquo e che continua a sostenere modelli di produzione e consumo che causano il riscaldamento climatico, alluvioni e siccità a danno soprattutto delle popolazioni più povere e vulnerabili.
“Vi invito a sognare e ad agire insieme nella costruzione responsabile della nostra casa comune”
Manifesto della campagna
Cambiare la rotta
Trasformare il debito in speranza
Dal dominio alla cura, per superare la crisi sistemica
Il nostro tempo è attraversato da crisi multiple e sovrapposte. La pandemia e le guerre hanno acuito situazioni di disagio, insoddisfazione e malcontento. Le crescenti disuguaglianze continuano ad allargare la forbice tra chi ha e chi non ha, tra chi può e chi non può. È aumentata la miseria, la povertà che uccide, che costringe a migrare alla ricerca di cibo, sicurezza, opportunità e lavoro. Emergono nuove profonde crisi tra loro interconnesse. La crisi, che molti definiscono policrisi e permacrisi, cioè crisi multiple, permanenti e interconnesse, è globale e di sistema.
Mai come ora i Paesi più fragili sono in difficoltà, il loro ingiusto debito è diventato insostenibile e, come sempre, sono i più poveri a pagare le conseguenze più dure. I Paesi più ricchi sono fortemente indebitati e loro stessi, oltre al debito storico legato allo schiavismo e al colonialismo, hanno un debito ambientale nei confronti dei Paesi impoveriti: sono le grandi economie le principali responsabili dell’incontrollato sfruttamento delle risorse del Pianeta e del vertiginoso aumento di emissioni di CO2 nell’atmosfera, causa del riscaldamento globale, del quale i Paesi impoveriti pagano il prezzo più alto.
Ci confrontiamo con crisi strutturali che richiedono un cambiamento dello sguardo, del cuore, di paradigma. Serve cambiare la rotta.
Come organizzazioni, associazioni, movimenti e organismi pastorali ci riconosciamo nell’analisi che Papa Francesco ha delineato del tempo nel quale viviamo: «Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Siamo, dunque, in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali, costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza».
L’Enciclica Laudato Si’ ha proposto un nuovo paradigma in grado di orientare l’avvenire della Casa comune: passare dal dominio alla cura dell’ecologia integrale. Con questo orientamento ci apprestiamo a comprendere i segni delle trasformazioni per guidarle e per orientare le scelte future. Abbiamo bisogno di uno sguardo lungo e condiviso sui fenomeni.
Desideriamo pertanto impegnarci su alcuni obiettivi prioritari della vita dei popoli: la pace, la giustizia, l’ambiente, l’accoglienza, la solidarietà. Sono temi intrecciati che insieme sono strumento di realizzazione dei Diritti Umani per tutti e hanno la precedenza nel qui ed ora, per il nostro Pianeta e per il futuro dell’Umanità.
Rimettere i debiti, per istituire un nuovo paradigma
Il tema del debito è centrale nella prospettiva giubilare, ed è ancora vivido nella memoria collettiva il ricordo della forte iniziativa su questo tema promossa dalla Chiesa italiana al tempo del Grande Giubileo del 2000, e delle sue implicazioni in termini di influenza politica, di animazione e sensibilizzazione portate su tutti i territori, così come attraverso quattro iniziative concrete (con le campagne di conversione del debito in Zambia e Guinea). Il tema del debito internazionale dei paesi poveri assurse in quella fase a vera icona dell’ingiustizia globale, anche in ragione dei numerosi interventi del Pontefice, San Giovanni Paolo II. Le soluzioni che la comunità globale (ed in particolare anche il nostro paese, con la legge 209/2000) seppe allora mettere in campo, rappresentarono una risposta non completamente risolutiva, ma certamente per molti aspetti efficace. Si trattò però di soluzioni che non furono in grado di dare una risposta ‘strutturale’ al problema del sovraindebitamento dei paesi poveri, che negli ultimi anni si sta riproponendo, anche se con forme e caratteristiche nuove, aggravato (non causato) dagli eventi legati alla pandemia.
Un aspetto che condiziona in modo importante la valutazione della situazione attuale è senza dubbio quello ambientale, legato alla dinamica del cambiamento climatico e ai comportamenti che lo influenzano. Occorre considerare le cause sistemiche degli squilibri attuali, con il tema del ‘debito ecologico’ del Nord verso il Sud (SnC, 16), ma anche il ruolo della finanza globale nel mantenere un sistema economico globale ‘estrattivo’ che è causa del riscaldamento climatico e, infine, includere il tema delle necessità di finanziamento della transizione giusta verso una prospettiva di sostenibilità nel quadro dell’Agenda 2030 e del nuovo Patto per il futuro.
In vista del Giubileo 2025 – un tempo che invita alla conversione personale e comunitaria e alla rigenerazione delle relazioni e dei rapporti tra le persone e le istituzioni – desideriamo fare nostro l’invito della Spes non Confundit a “… scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo…” (7). Questo è anche quanto è stato proposto da un ampio gruppo di organizzazioni cattoliche, ecumeniche e civili a livello globale, che si propongono di animare una iniziativa che prende le mosse dalla campagna ‘Together We’ di Caritas Internationalis, che viene elaborata alla luce dei temi del Giubileo e aperta a una platea ampia di organizzazioni. Il collegamento con una campagna globale appare necessario anche per cogliere in maniera efficace gli elementi dello scenario complessivo. Esso appare infatti ben diverso da quello che si era verificato attorno al 2000, e che richiede una riflessione che va oltre una ‘chiamata alla cancellazione’ del debito, pure necessario soprattutto alla luce di una importante quota di debito contratto presso enti finanziari privati, e a fronte di iniziative internazionali deboli e del tutto insufficienti a risolvere una situazione decisamente critica. E’ dunque necessario collocare la questione all’interno di una visione più
ampia, in un contesto di cambiamento sistemico delle strutture di ingiustizia, e volto alla costruzione di una governance globale fortemente ancorata alle Nazioni Unite.
Il continuo e maggiore indebitamento dei Paesi perpetra e moltiplica le disuguaglianze, assoggetta i popoli a decisioni dettate da logiche finanziarie e speculative, erode gli spazi per le politiche pubbliche e schiaccia i diritti umani, impedisce il corretto utilizzo delle risorse naturali da parte dei popoli e ne limita il diritto allo sviluppo, produce inquinamento e fomenta i conflitti.
Per orientare la trasformazione dei nostri tempi, in una prospettiva di giustizia e solidarietà, crediamo che sia prioritario ristrutturare significativamente il debito iniquo dei Paesi a basso e medio reddito, in modo da creare le condizioni iniziali affinché i popoli possano uscire dallo stato di povertà e siano diminuite le condizioni strutturali di diseguaglianza. La riduzione del debito, e soprattutto la riduzione della massa di risorse che i paesi devono destinare alla restituzione di capitali e interessi, deve essere accompagnata da una riforma della architettura finanziaria internazionale rispetto alla prevenzione ed alla gestione delle crisi internazionali di sovraindebitamento, ma soprattutto da un profondo ripensamento del sistema economico e finanziario globale: un’azione radicale, ma essenziale per il cambiamento del tempo che stiamo vivendo. Come ha scritto Papa Francesco, «il pagamento del debito in molti casi non solo non favorisce lo sviluppo bensì lo limita e lo condiziona fortemente. Benché si mantenga il principio che ogni debito legittimamente contratto dev’essere saldato, il modo di adempiere questo dovere, che molti Paesi poveri hanno nei confronti dei Paesi ricchi, non deve portare a compromettere la loro sussistenza e la loro crescita» (Fratelli tutti, n. 126).
Tale iniziativa deve accompagnarsi ad una riflessione più ampia, sulla necessaria corresponsabilità sullo sviluppo globale, mettendo al centro i diritti umani e la resilienza climatica delle comunità locali. L’impegno assunto dalla comunità globale, e anche dal nostro paese, di impiegare lo 0,7% del reddito nazionale lordo in aiuto pubblico allo sviluppo – oggetto della Campagna 070 – rappresenta un elemento di questa attenzione, nella prospettiva di garantire un flusso di risorse addizionali e non condizionate ai paesi a basso reddito, che rischiano di rimanere intrappolati in una spirale di debito.
IL NOSTRO IMPEGNO CONCRETO
Accanto a questa prioritaria azione, desideriamo sostenere lo sforzo verso altre azioni correlate per le quali le nostre organizzazioni si stanno impegnando: il disinvestimento dalle fonti fossili; il disinvestimento dalle armi e, in particolare, da quelle nucleari; l’investimento a favore dell’aiuto pubblico allo sviluppo per una cooperazione per la pace, la giustizia climatica e sociale interconnettendosi alla Campagna 070. Si tratta di questioni profondamente legate tra loro, perché creano i presupposti per una pace duratura e per uno sviluppo sostenibile che, in questo momento storico, vediamo compromessi.
Occorre un cambiamento personale, comunitario e politico. In tal senso, il nostro impegno sarà su più livelli di azione:
- educativo ed etico, sul piano personale e comunitario, richiedendo a ciascuno, a partire dagli stili di vita, di fare la propria parte in merito alle tematiche proposte nei diversi contesti locali. Ogni comunità in Italia è chiamata a farsi carico, nel proprio quotidiano, della gravità della grande questione internazionale: il debito;
- formativo e di approfondimento, offrendo gli strumenti per comprendere i fenomeni dei quali ci occuperemo nelle realtà ecclesiali locali, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti e nelle scuole di ogni ordine e grado, nel mondo della cooperazione, nell’imprenditoria sociale, nel Terzo settore;
- operativo, impegnandoci come organizzazioni a perseguire gli obiettivi della Campagna di cancellazione del debio dei Paesi in via di sviluppo e a sostenere, anche, gli strumenti finanziari etici, pubblici e privati, di giustizia climatica;
- di advocacy, rivolgendo a tutti i responsabili, sociali e politici, nazionali e internazionali, le richieste e le proposte che saranno individuate affinché siano adottate politiche coerenti agli obiettivi che ci prefiggiamo. A tal riguardo, i temi della riforma della governance finanziaria internazionale sono al centro del percorso che le Nazioni Unite stanno coordinando sul tema del finanziamento dello sviluppo (FFD – Finance for Development) che vivrà una tappa a Siviglia nel maggio 2025 con la quarta Conferenza Internazionale UN sul Finanziamento dello Sviluppo (FFD4). E’ dunque utile e importante trovare dei punti di convergenza con le campagne della società civile italiana e internazionale che seguiranno questi percorsi.
Design System and Theme Style
The Design System feature allows the quick change of your website’s colors and typography. Change a parameter in one place, and it will propagate across the entire website.
And the advanced Theme Style customization lets you target the default styles of your site. E.g., general typography, forms, buttons, etc. What’s more, you can fully customize forms and buttons sizes. Which usually is not possible in Elementor.
The7 Widgets and Post Types
We have created a whole range of new widgets and altered many standard ones in order to enhance and extend the Elementor.
We have also added custom Post Types for Portfolio, Testimonials, Team, etc., and corresponding widgets to display them.
The7 widget types include (note that categories partly intersect):
Elementor Pro and PRO Elements Integration
The7 Elements integrates seamlessly with Elementor Pro or its free alternative PRO Elements. Giving you pro-level tools for marketing, lead generation, and dynamic content styling. No need to install bulky third-party addons or plugins.
Pro features include (but are not limited to):